MATTINATA
Chi non ha desiderato almeno una volta fare un viaggio nel tempo?
Ebbene, non c’è nulla di più facile di ciò visitando Mattinata.

Monte Saraceno, Oltre ad essere un magnifico luogo di importanza paesaggistica affacciandosi a picco sul mare così chiamato per la lunga permanenza su di esso dei Saraceni (X sec d.C.). Sono presenti oltre 500 tombe ipogee della civiltà Dauna ricavate dalla roccia a forma di utero o borsa.

L’Abbazia Benedettina della S.S. Trinità sorge a nord di Mattinata a 874 metri s.l.m. si erge su una delle vette più alte del Gargano: Monte Sacro, raggiungibile solo attraverso un sentiero. Dell’abbazia sono visibili i suoi imponenti ruderi, a testimonianza di un insigne complesso monastico benedettino.

Su una piccola altura, in località Sperlonga, è possibile ammirare i ruderi del Convento Pulsanese di Santo Stefano: il Convento della Sperlonga.

La Torre Pizzidd è una torre a base quadrata. Possibile età di costruzione Svevo-Angioino (XII-XVI secolo). Ultimi rifacimenti nel 1560; utilizzata per la difesa costiera del Regno di Napoli.

Nella piana di Mattinata, nei pressi del porticciolo, è possibile visitare i ruderi di una grande villa di epoca romana: la Villa Agnuli. Numeroso è il materiale rinvenuto che ha permesso la ricostruzione storica del sito, accertando la presenza di un’antica civiltà in quest’area così favorevole agli scambi commerciali per la vicinanza al mare.

VIESTE

Questa città, senza dubbio una delle più antiche della Daunia, si trova giusto al centro di una meravigliosa zona litoranea che si estende per oltre 30 chilometri in un fantastico susseguirsi di scorci tra i più suggestivi di tutto il Mediterraneo. dalle lunghe e larghe spiagge di sabbia dorata alla costa alta e rocciosa.

Nomi come Baia dei Campi, Cala Sanguinaria, Baia di Vignanotica hanno reso Vieste celebre in tutto il mondo. L’erosione del mare e dei venti ha, inoltre, staccato dalla massa rocciosa costiera un gigantesco monolito, alta circa venti metri, Pizzomunno, protagonista di una tenera leggenda d’amore.

Nel 1477, quando i Turchi mossero contro il Regno di Napoli, il generale Acomat conquistò Otranto e distrusse la cittadina garaganica che, successivamente, venne ricostruita. Nel 1554 un nuovo assalto turco: a condurlo, questa volta, fu il celebre corsaro Dragut Rais. Il saccheggio fu terribile: quella scorreria è ancora ricordata da una roccia detta chianca amara, sulla quale furono decapitati centinaia di Viestani.

Nel 1176, salpò il pontefice Alessandro III, quando si recò a Venezia per riappacificarsi con l’imperatore Federico Barbarossa; presso Merino (L’antica Vieste) nell’aprile del 1294, trovò rifugio, in seguito ad una tempesta, papa Celestino V, dopo il rifiuto del seggio pontificio e, quindi, venne arrestato dal governatore di Vieste per ordine del suo successore Bonifacio VIII.

Il borgo medievale che percorso da stretti vicoli e scalinate tra case bianche, sorge su un promontorio roccioso e, in cima ad esso, poco lontano dal Castello, la Basilica, uno dei più antichi esempi di architettura pugliese dell’XI secolo, all’interno, la statua lignea di Santa Maria di Merino

Da vedere:

– Insediamenti preistorici

– Merinum con l’omonima chiesa

– la Cattedrale

– il Castello

– il centro storico

Manifestazioni:

Festa patronale di San Giorgio (23 aprile) con la sagra della frittata e il palio equestre sulla spiaggia.

FORESTA UMBRA

Dal 1993 il territorio garganico, comprese le Tremiti e l’isola di Pianosa, è quasi totalmente vincolato a parco nazionale, il cuore del quale si può dire che sia rappresentato dalla Foresta Umbra, un bosco demaniale che ricopre i rilievi del Gargano centrorientale.

Con un’estensione di circa 15.000 ettari, la Foresta Umbra, caretterizzata da alberi d’alto fusto, è costituita da tre distinte sezioni: Umbra e Jacotenente, Ginestra e Sfilzi.

La vegetazione, favorita dagli alti valori della piovosità (1250 mm annui), è folta e rigogliosa.
Le specie predominanti sono il faggio, l’acero, il carpino, il cerro, l’olmo e la roverella.
Fra le specie arbustive sono presenti l’alaterno, il tirebinto, l’euforbia arborea e perfino piante tipicamente legate alla macchia mediterranea costiera quali il leccio, ilcorbezzolo, la fillirea.

La Foresta Umbra costituisce un ambiente in grado di ospitare una fauna ricca di specie, come quella dei picchi, fra cui il rarissimo picchio rosso mezzano e il picchio dorso bianco; rapaci come lo sparviero, l’allocco e il gufo reale; fra i mammiferi, il gatto selvatico, la martora ed il cinghiale. La Foresta ospita inoltre una popolazione di circa 120 esemplari di capriolo garganico.